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Se si pensa all’Italia e più precisamente ad uno dei suoi prodotti più illustri quale il vino, non si può non citare la Valpolicella, territorio importante non solo per l’estrazione del famoso marmo rosso di Verona, ma soprattutto per i suoi vini che ogni anno rallegrano le tavole dei veronesi e del resto del mondo con prodotti d’eccellenza quale l’Amarone, il Ripasso ed il Recioto.
In questo spettacolare connubio di paesaggi incantevoli e dolci colline, incorniciate dai monti maestosi e silenziosi della Lessinia che sembrano toccare il cielo, si ubica la secolare tenuta Ca’ Pigneto. Qui i colori e i sapori della natura abbracciano la tecnologia e l’amore per la coltura e cultura dell’uva danno vita a tre tipologie di vino che a tutt’oggi si contraddistinguono a livello mondiale: Amarone, Ripasso e Recioto. La produzione di questi è resa possibile dalle caratteristiche geologiche della terra e dal clima mite che si avvicina molto a quello mediterraneo, come dimostra la presenza degli oliveti dai quali si ricava il nostro pregiato olio extra-vergine d’oliva, intenso ed amabile. La particolare collocazione in cui si stagliano le colline verdeggianti della Valpolicella, l’aria salubre, il terreno fertile e rigoglioso, sono tutti elementi importanti che contribuiscono alla coltura dei vigneti. I vini della Valpolicella sono conosciuti a livello internazionale per la loro intensità, per il gusto denso ed amabile che si accompagna alle ricette della cucina di tutto il mondo rendendo la vostra degustazione indimenticabile.
La zona della Valpolicella era già conosciuta dagli uomini primitivi come testimonia la Grotta di Fumane (in passato riparo Solinas), abitata dall’uomo di Neanderthal per circa 70.000 anni.
I primi a dedicarsi alla passione per il nettare di Bacco furono gli Arusnati, popolazione di origine etrusca, ma solo con l’arrivo dei romani il vino prodotto in Valpolicella raggiunse un certo prestigio: il Retico (Recioto) venne menzionato da autori latini quali Catullo, Virgilio, Svetonio ,il quale soffermò particolare attenzione alla passione travolgente dell’Imperatore Augusto per il vino e Plinio il Vecchio che, nella sua Naturalis Historia, scrisse che l’uva Retica era amata dall’Imperatore Tiberio.
La storia del nostro territorio è stata inoltre teatro di scena del popolo Longobardo, soprattutto ad opera del re Rotari che nel 463d.c. emanò un decreto che puniva tutti coloro che distruggevano gli splendidi vigneti della Valpolicella. Questo è senza dubbio un paradosso poiché tutti conoscono la natura violenta di tale civiltà barbarica, ma la loro devozione per tale frutto di questa nobile terra li condusse invece a conservarlo e a considerarlo un bene prezioso per le sue qualità naturali.
Nel successivo Medioevo il vino diventa importante mezzo di scambio, soprattutto per suggellare patti di amicizia. L’avvento della Repubblica Serenissima di Venezia nel veronese intensifica il commercio del vino e la relativa esportazione.
Nel ‘900 si assiste ad una rivoluzione dei metodi di appassimento e dei metodi di fermentazione. Le tecniche enologiche di matrice francese vengono sviluppate ulteriormente ed adattate alla peculiarità del territorio veronese. Si incomincia la lavorazione delle uve con metodi naturali sempre più sofisticati volti all’esaltazione dei profumi e degli aromi ottenuti dai vitigni della Valpolicella (Corvina, Molinara e Rondinella). In questo contesto nel 1940 viene inoltre stappata la prima bottiglia di Amarone, oggi re indiscusso tra i vini rossi di tutto il mondo.